Descrizione
L'origine del nome "Carceri" è ancora incerta, ma di sicuro non fa riferimento alla presenza di antiche prigioni: il nome potrebbe risalire al termine Carceres, cioè piccole stalle, recinti per cavalli, anche se carceres significava anche pozzi per la raccolta dell'acqua, nonché piccole celle, con riferimento alle stanze con un letto ed inginocchiatoio che si affacciavano sui chiostri dell'abbazia. La tesi più accreditata fa risalire il nome a calcĕus, cioè i calzari che i frati camaldolesi usavano vestire nei tre secoli di insediamento nell'abbazia di Santa Maria, tant'è che nel linguaggio dialettale si usa ancora dire Calzare per fare riferimento al comune di Carceri.
Storia
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 23 settembre 1958.
«Di azzurro, all'abbazia al naturale, porticata e addestrata da un campanile, fondata sulla campagna di verde e sormontata da due spade d'argento, passate in croce di Sant'Andrea. Ornamenti esteriori da Comune.»
L'edificio raffigurato in forma stilizzata nello stemma è l'abbazia di Santa Maria delle Carceri; le spade incrociate ricordano lo scontro riportato dallo storico e poeta Albertino Mussato, secondo il quale nel 1312 Paolo Dente con duemila cavalli, difendendo il conte di Lozzo, riuscì a sconfiggere in paese Corrado di Auffenstein, vicario del duca di Carinzia. Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di azzurro.